Vi interessa saperne di più sui meccanismi che si innescano durante un colpo di frusta?
Se si, continuate a leggere altrimenti passate a lettura più amene.
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Siete ancora qui? Allora seguitemi in questo viaggio allucinante che in un batter d’occhio vi catapulterà in un mondo oscuro senza apparente vie d’uscita.
Partiamo dalla considerazione che la testa rappresenta all’incirca il 7% del totale della massa corporea. Una specie di palla da bowling in cima ad una colonna (la colonna vertebrale) di barattolini instabili (le vertebre).
Immaginiamo il classico evento causa di un colpo di frusta: tamponamento subito a bassa velocità, magari in città mentre aspettate che il semaforo diventi verde.
« Che giornata…al lavoro, uno schifo, al capo non ne andava bene una…quella lettera l’ho dovuta scrivere quattro volte e poi cosa non andava ? una virgola, un aggettivo ! E stasera pioviggina pure ed io che volevo uscire con le amiche. Ma quando scatta ‘sto semaf……. »
« Signorina! signorina! Mi sente ? riesce a scendere dalla macchina ? piano, piano…..meno male che aveva l’airbag e la cintura!
« Ma che è successo ? Stavo aspettando il semaforo e poi….non so…non ho capito. »
Chissà quante volte avete sentito questo racconto o magari l’avete vissuto in prima persona, sicuramente con qualche variante ma sostanzialmente i fatti si saranno svolti come li avete letti.
La signorina è stata tamponata mentre era ferma e pensava ai casi suoi e non guardava nello specchietto retrovisore. In quel momento soppraggiungeva una macchina guidata da un’altra persona che per un motivo qualsiasi non riesce a frenare la corsa della sua macchina mentre si avvicina al semaforo. La velocità la ipotizziamo non superiore ai 50 km/orari, limite consentito in città.
Cercherò di spiegarvi passo passo la dinamica dei primi 600 ms (millisecondi).
Perché mi occupo di questo brevissimo lasso di tempo ?
Perché dopo tale periodo è tutto finito e tutto ciò che doveva accadere è già accaduto.
600 millisecondi! pensate, meno di un secondo! Un secondo è formato da 1000 millisecondi, qui ne bastano solo 600. Ma per prima cosa occupiamoci dei primi 75 ms.
C’è chi dirà che si è sentito sbalzato in avanti, chi invece riferisce di essere stato proiettato all’indietro ma pochissimi ricorderanno quello che è effettivamente accaduto.
In quasi trent’anni di lavoro un solo paziente mi ha riferito di essere stato spinto verso l’alto!
Questa prima conseguenza del trauma, detta compressione assiale avviene entro i primi 50-75 ms. Tenete conto che un atleta olimpionico risponde allo sparo dello starter in 150 ms !
Voi in realtà non vi siete ancora accorti dell’urto ma siete già stati proiettati verso il tetto della macchina e questo fatto provoca immediatamente un’altra conseguenza: una pressione assiale sul rachide in senso cranio-caudale quantificabile in una pressione superiore ai 200 kg.
Praticamente vi è caduto un blocco di marmo di circa 230 kg sulla testa e Voi non vi siete minimamente accorti di ciò che Vi stava accadendo e quindi non vi siete preparati per parare il colpo in qualche modo. Il grosso del danno è già stato fatto ma Voi non ve ne siete accorti o meglio non ne avete capito nulla.
Durante questa I fase, mentre avete un blocco di marmo ancora sulla testa avviene lo spostamento di quest’ultima verso dietro: comincia il vero e proprio colpo di frusta.
La testa viene proiettata violentemente all’indietro dalla forza dell’impatto ricevuto posteriormente mentre sulla testa gravano ancora i famosi 230 kg. Per avere un’idea di che cosa stiamo parlando provate Voi, mentre leggete, a premerVi il capo con una mano e ad iperestendere (flettere all’indietro) il collo. Provate ! e considerate che la Vostra pressione sarà stata di circa 15-20 kg al massimo.
Vi ricordo che ancora, essendo entro i famosi 150 ms, Voi non Vi siete accorti di nulla e nulla avete potuto fare per parare il colpo.
Questo comincia a darVi un’idea di cosa sia un colpo di frusta?
Comincia la presa di coscienza. Iniziate lentamente a realizzare (neanche tanto chiaramente) che qualcosa o qualcuno Vi ha colpito violentemente alle spalle ed allora il vostro cervello tenta di organizzare una reazione. Ma come avete studiato tante bene in fisica ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria quindi la Vostra reazione sarà o cercherà di essere violenta e rapida quanto quella che avete subìto. Intanto in questo momento state completando la Vs ascesa (non verso l’Altissimo, non Vi preoccupate !) verso il tetto della macchina e man mano che la spinta verso l’alto si esaurisce diminuisce anche la pressione sulla Vostra testa. Così lentamente cominciate a scendere verso il basso mentre il Vostro corpo organizza il contrattacco che consisterà in una contrazione violenta, massiva, simultanea dei muscoli flessori del collo per riportare la testa rapidamente in avanti. Il tutto amplificato (se indossate) dalle cinture di sicurezza che manterranno il resto del corpo aderente al sedile dell’auto.
Sembra che sia passato un secolo da quando tutto questo calvario è cominciato e non sono passati che solo 400 millisecondi. Il Vostro corpo si sta definitivamente sedendo sul sedile mentre le cinture sono scattate e Vi mantengono stretti fino quasi a soffocarvi (scoprirete poi di avere un misterioso livido sulla clavicola sinistra (per chi guida) e sullo sterno. Ma intanto la Vostra testa viene scagliata in avanti con una forza inaudita ed il Vostro mento colpirà il Vostro sterno senza che Voi possiate fare nulla (e meno male che non avevate la lingua in mezzo ai denti!).
E’ finita !
Tutto è immobile intorno a voi. Anche i rumori appaiono lontani. L’impressione è quella di essere tornati dopo un viaggio rapidissimo nell’occhio di un ciclone. Non siete neanche arrabbiati, scendete consapevoli di avere corso un brutto pericolo ma non capite neanche quale e perché.
Un paziente mi ha detto:
« Ora capisco cosa provano i panni dopo un lavaggio in lavatrice con la centrifuga! ».
E sono passati solo 600 millisecondi…neanche 1 secondo!
E ora è tempo di sistemare la sublussazione dell’atlante che si è generata nel vostro collo.
Per far ciò ho elaborato il Metodo NeuroAtlas, una tecnica indolore e risolutiva per il colpo di frusta, mirata alla riallocazione dell’atlante lì dove Madre Natura l’ha posizionato, risolvendo così problematiche che, a breve, medio e soprattutto lungo termine possono dar vita a disturbi tanto invalidanti quanto difficilmente riconducibili a una trauma passato che potreste aver ormai dimenticato.